Sostenibilità, Mito e Realtà

by Marco Cestari
Sostenibilità Il Mito e la Realtà

Sostenibilità, è e sarà probabilmente il tema dominante del nuovo millennio.

Il fabbisogno di ogni individuo, famiglia, organizzazione, comunità, paese, nazione.

L’aumento progressivo della popolazione è inevitabile che stia generando lo sviluppo delle attività umane. Attività che necessitano di maggiori fonti di sostentamento e di energia. E il fenomeno dell’entropia diviene realtà. Per ogni nuovo abitante umano sulla terra, la terra dovrà produrre di più cibo.

Le specie animali, il mondo vegetale, tutta la catena alimentare, soggetta a questo processo, è l’oggetto di studio per uno sviluppo sostenibile. Ma sembra una gara senza pari: l’economia, o stile di vita, il significato dei luoghi che viviamo, delle abitudini e delle tradizioni correlate alla natura e all’ambiente stanno cambiando.

Quale è la sostenibilità possibile quindi di fronte a queato cambiamento?


La sostenibilità è oggi il tema centrale di qualsiasi iniziativa. In qualunque settore: turismo, qualità di vita, lavoro, tecnologia…

Un “mare magnum” di informazioni sulla sostenibilità sta ricercando una “radice” semplice, che indichi l’approccio possibile ed essenziale per assicurare un futuro equilibrato alla biosfera del nostro pianeta.

Non si tratta più di compiere ricerche, bens’ di prednere decisioni.

Quanti progetti sono stati spesi nel nome della sostenibilità? Tanti.
Quanti hanno dimostrato realmente effetti di sviluppo sostenibile? Pochi.

Da una parte o dall’altra uno degli elementi fondamentali della sostenibilità – il mondo vegetale, quello umano, quello animale – ne sta pagando le spese.

Lo sviluppo sostenibile viene sempre più percepito come una chimera.
Nel turismo per esempio, quando si interviene per uno sviluppo sostenibile
•    la domanda turistica cala,
•    molte imprese non si rinnovano,
•    le migliori risorse espatriano alla ricerca di proposte più vantaggiose

…ieri a Londra, oggi a Dubai, domani chissà dove. E dove il territorio rimane più povero cosa rimane?
Forse, lo spirito del luogo, il genius loci, ultima occasione da non sprecare, che richiede una capacità e qualità essenziale: il coraggio di compiere un cambiamento radicale.

Prevenire le tendenze,
ribaltare la prospettiva del principio di sviluppo,
affrontare le criticità,
lasciare lo spazio a chi ha visione,
cancellare gli schemi e ricostruire nuovi criteri,
smettere di focalizzarsi sui miti,
riprendere a comunicare,
riconoscersi come parte di un sistema più grande, che nessuno può controllare, non enfatizzare,
non drammatizzare,
rimettersi in gioco,
fare tabula rasa dei propri modelli e approcci interiori.
Iniziare ad alzarsi in piedi e abbandonare la sedia al suo destino.

Ci saranno molti pronti ad impossessarsi ad essa, ma non sanno che stanno afferrando l’esca di qualcosa che li divorerà.

Nuotare in nuove acque è fondamentale per sopravvivere.

Oggi la sostenibilità va perseguita senza dubbi con azioni concrete.
Va fatto, per assicurare la sopravvivenza non solo per le generazioni future ma soprattutto per quella biosfera che ha caratterizzato la vita per millenni in quel luogo.

Siamo parte della biosfera, non possiamo più porre l’uomo al suo centro, ma divenire parte di un processo.

Imparare ad interagire in modo sostenibile nei confronti della biosfera è l’esempio migliore
E’ un modo di agire diverso, non più fondato sui valori che abbiamo creato, bensì sull’unico vero valore che ci accomuna: la vita.

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